venerdì 28 giugno 2013

25 ELEMENTI DI BASE SULLA CLASSIFICAZIONE DEGLI ARTICOLATORI

Luca Martinelli

Elementi di Base sulla classificazione degli articolatori

Pubblicazione n. 25 - 27 Giugno 2013


1.L’articolatore
L’articolatore è uno strumento meccanico che simula l’apparato scheletrico, che simula cioè il movimento delle articolazioni temporo mandibolari (Fig. 1).


Fig. 1

Ogni parte dell’articolatore ha un nome più o meno convenzionale, i termini più utilizzati sono indicati nella Fig. 2, figura che fa riferimento ad un articolatore a valori medi in quanto i più in uso nei laboratori.


Fig. 2
*Note:

2.Cenni storici
Le basi che porteranno all’articolatore vengono poste fra il 1750 ed il 1805, nel 1756 troviamo il dentista tedesco Phillip Pfaff (Fig. 3) che rileva le prime impronte in cera e cola i modelli, indispensabili per l’esistenza dell’articolatore, ed al quale viene attribuito, senza sicurezza, anche il bite in cera, la data viene attribuita in quanto l’opera Abhandlung von den Zaehnen des menschlinen Koerpes und deren Krankeiten è pubblicata proprio in quell’anno (Fig. 4).


 
        Fig. 3                                            Fig. 4


Nel 1805 troviamo il maestro chirurgo dentista francese Jean Baptiste Gariot che realizza il Plaster articulator (articolatore Ante-Litteram) chiamato anche «Olied Board» (Fig. 5) in pratica un prolungamento dei modelli su uno dei quali con le dita si realizzavano due punti di repere semi circolari (per questo chiamato anche finger articulator).

Viene attribuita quella data in quanto se ne trova indicazione nel trattato di Gariot Traité des maladies de la bouche (Fig.6)

Fig. 5                                            Fig. 6

Articolatore di cui ne vengono realizzate diverse varianti nel corso del tempo (prende nel frattempo anche il nome di Slab Artiuclator - Fig. 7)  ed articolatore che continua ad essere utilizzato fino nel ventesimo secolo, si trova infatti descritto da diversi autori quali Richarson, 1860, Coles, 1876, Peezo, 1926, Essing, 1937… .

Fig. 7

Fra il 1860 ed il 1910 in America vengono depositati oltre 40 brevetti (oltre a vari successi di articolatori non brevettati) nel frattempo si era arrivati al Barn Door Hinge Articulator (Fig. 8) cioè ad un articolatore realizzato con la cerniera di un fienile (da li il nome).

Fif. 8

Nel frattempo agli articolatori vengo trovati i primi nomi come Telai, cornici antagonizzanti (Antagonizing frames), Telai, cornici occludenti (Occluding frames),Telai, cornici di occlusione (Occlusion frames), Antagonizzatori (Antagonizers).

Nel 1840 James Cameron brevetta per primo un articolatore (Fig. 9).


Fig. 9

Nel 1850, con Tomas W. Evanz, arriviamo al secondo brevetto per un articolatore che è poi forse quello più conosciuto al mondo, l’occlusore (Fig. 10).



Fig. 10

Il mondo degli articolatori esplode e si popola di numerosi modelli, alcuni parecchio fantasiosi, di cui possiamo vederne una panoramica sull’interessantissimo sito della UTH HEALT - School of dentistry - University of Texsas dove vengono indicate date del brevetto o dell’idea e nomi degli ideatori e dove vengono mostrati gli articolatori da diverse angolazioni o particolari di essi.

Breve panoramica fotografica di alcuni articolatori del passato
 

3.La classificazione  degli articolatori
Gli articolatori sono divisi in categorie e classi per distinguerne caratteristiche principali e funzionamento.

3.1 Categorie Arcon e non Arcon (ARCON - Acronimo che sta per: ARticulator CONdyle (termine coniato da Bengstrom nel 1950)

La prima suddivisione è in due categorie ed è effettuata in base al tipo di giunzione dell’asse cerniera.

Questa giunzione  può avere geometrie e posizioni diverse a seconda del tipo di articolatore e a seconda del fabbricante.

In base a questo gli articolatori sono divisi in due grandi famiglie:

ARCON e NON ARCON.

3.2 Articolatori ARCON 
Gli articolatori tipo ARCON hanno il condilo sulle branche montanti dell’articolatore (1-Fig.11) e la fossa glenoidea, nell’articolatore chiamata scatola condilare, sulla branca superiore (2-Fig. 11).

Fig. 11

Le due parti sono separabili.

3.3 Articolatori NON ARCON
Gli articolatori NON ARCON hanno invece il condilo sulle branche superiori, praticamente il prolungamento del suo asse cerniera (1-Fig. 12), mentre la scatola condilare è posta sulle branche montanti (2-Fig. 12).


Fig. 12

Generalmente le due parti non sono separabili anche se oggi in commercio si può trovare  qualche articolatore a valori medi non arcon con le brache separabili.

4.Classi e sottoclassi
Gli articolatori si suddividono a sua volta in classi e sotto classi.

Esistono almeno una decina di classificazioni diverse che si basano sulla tipologia dell’articolatore, oppure sulla teoria occlusale od ancora in relazione al tipo di registrazioni ecc., quella maggiormente maggiormente condivisa è la classificazione secondo Heartwell.

4.1Classificazione basata sulle funzioni
Class I. A simple holding instrument capable of accepting a single static registration. Vertical motion is possible.
Class II. An instrument that permits horizontal as well as vertical motion but does not orient the motion to the temporomandibular joints.
Class III. An instrument that simulates condylar pathways by using averages or mechanical equivalents for all or part of the motion. These instruments allow for orientation of the cast relative to the joints and may be arcon or nonarcon instruments. (Arcon articulator - An articulator that maintains anatomic guidelines by the use of condylar analogs in the mandibular element and fossa assemblies in the maxillary element.)
Class IV. An instrument that will accept three dimensional dynamic registrations. These instruments allow for orientation of the cast to the temporomandibular joints and replication of all mandibular movements.
Si potrebbe così riassumere:
I classe: occlusori;
II classe: articolatori a valore medio;
III Classe: Articolatori a valori medi adattabili a valori semiregolabili (semindividuali);
IV Classe: Articolatori a valori individuali.
4.2Classificazione basata sulle teorie occlusali
Ad esempio:
1. Bonwill, 1858, Triangular theory of occlusion
2. Balkwill, 1866, Translating jaw moved medially
3. Von Spee, 1890, Occlusal plane of teeth follow a curve
4. Snow, 1899, Facebow
5. Christensen, 1901, Opening of posterior teeth in protrusion
6. Bennett, 1908, Immediate side shift
7. Gysi, 1910, Demonstrated use of incisal guide pin. One of the first to allow for side shift
8. Monson, 1916, Spherical theory of occlusion
9. Hall, 1918, Conical theory
10.Hanau, 1921, Rocking chair denture occlusion
11.Stanbury, 1929, Positional records Tripod
12.Meyer, 30's, Chew in technique
13.Avery Brothers, 1930, Anti-Monson Reverse curve of Wilson
14.Pleasure, 1930, Anti-Monson except 2nd molars in balance
15.PMS, 20's, Eliminate balance, Incisal guidance important, Long centric
16.Gnathology, 20's, Pantograph, need to reproduce mandibular movements
17.Page, 1950, Transographics. Page is dead and so is Transographics
18.Gelb, 1970, Cranial Orthopedics. The condyles assume a certain shape based on mandibular movements

4.3Classificazione basata sul tipo di registrazioni utilizzate per la programmazione dell’articolatore
  1. Inter Occlusal Record Adjustment
  2. Graphic record adjustment
  3. Hinge Axis location for adjusting articulator
  4. Ecc.

4.4Altre classificazioni fra cui citiamo brevemente
Gillis (1926), Boucher (1934) and Kingery (1934)
Beck’s (1962)
Posselt’s (1968)
Thomas (1973)
Riliani (1980)
Weinberg (1963)
Sharry (1974)

5.La classificazione secondo Heartwell
Abbiamo accennato che è la classificazione a cui si fa maggiormente riferimento, vediamone le sue classi e sotto classi (Fig. 13).



Fig. 13

1^ Classe
Articolatori a valori individuali (Fig.14)
Detti anche quattrodimensionali  perché registrano anche il fattore tempo del movimento di Bennet.
Caratteristiche:
> completamente regolabile su valori individuali.
> Permettono di riprodurre sui tre piani dello spazio i movimenti mandibolari che, col pantografo, vengono registrati in tutto il loro svolgimento.
> rispettano il movimento di Bennet sia per la direzione che per il suo svolgimento temporale (articolatori quattrodimensionali).
> Vengono principalmente impiegati nelle riabilitazioni occlusali complete ed in sede diagnostica; non trovano a tutt’oggi larghi consensi a causa dell'elevato costo dell’articolatore e degli strumenti necessari in studio per il rilevamento dei dati sul paziente indispensabili per la programmazione di questo, il loro utilizzo richiede inoltre notevole esperienza da parte degli operatori.
> Permette di regolare:
-          1) la distanza intercondilare;
-          2) l'angolo dell'eminenza;
-          3) la curvatura del tragitto compiuto dai condili;
-          4) la direzione del Bennet ovvero la direzione assunta dal condilo ruotante durante la lateralità;
-          5) il tempo relativo al movimento di Bennet: lo spostamento laterale immediato, viene espresso in millimetri; lo spostamento laterale progressivo è espresso in gradi rispetto al piano sagittale che attraversa il punto in cui inizia il Bennet progressivo.



L'area anteriore dell'articolatore rappresenta la guida incisiva e su di essa è necessario eseguire le seguenti regolazioni:
1) la dimensione verticale;
2) l'overbite e l'overjet espressi in millimetri;

Gli articolatori a valori individuali necessitano per la loro programmazione sia dell'arco facciale cinematico che del pantografo.

Fig. 14

Articolatori 2^ classe
 1^ Sottoclasse
Occlusori (Fig. 15)
Caratteristiche:
> Eseguono esclusivamente il movimento di rotazione dell’asse cerniera (occlusione);
> I modelli vengono messi senza riferimento ai piani;
> Non permettono il trasferimento della dimensione verticale (non hanno asta incisiva);
> Dovrebbero essere utilizzati solo per controlli ad esempio relativi all’intercuspidazione; in ogni caso non per la costruzione di un dispositivo medico su  misura.
>Esistono anche alcuni occlusori, come quello rappresentato nella foto, che hanno una vite che permette la regolazione della dimensione verticale.


Fig. 15


Articolatori a valori medi (Fig. 16)
Caratteristiche:
> Presenta Tragitti condilari con angolazioni ottenute dalla media statistica dei valori rilevati su un significativo campione di soggetti.
> Simula i movimenti dell’ A.T.M. con angolo di eminenza fisso che può variare, a seconda del fabbricante, più o meno da 30° a 40°circa. 
> E’ munito di asta incisiva per la regolazione della dimensione verticale;
> E’ impiegato per la costruzione di dispositivi medici su misura;
> Alcuni modelli possono accogliere la registrazione fatta con l’arco facciale per il trasferimento del modello superiore.


Fig. 16

Articolatori 2^ classe
 2^ Sottoclasse
Articolatori particolari (Fig. 17)
Caratteristiche:
Sono articolatori detti anche “arbitrari” progettati per specifiche teorie d’occlusione o per specifiche tecniche.

Di questi alcuni fanno riferimento alla “teoria della sfera” di Monson (che afferma che tutti i prolungamenti degli assi dei denti hanno un punto di origine situato a livello dell’osso etmoide).

Abbandonata in passato, la calotta secondo la teoria sferica di Monson, negli ultimi anni ha  visto una reintroduzione, in particolare grazie alla teoria “Neuromuscolare” di Bernard Jankelson, e sostenuta ad esempio da Piero Silvestrini che la utilizza negli articolatori bloccati in posizione di solo movimento asse cerniera.

E’ il caso ad esempio del “Terminus” che viene utilizzato per la realizzazione di protesi secondo la “Teoria Neuromuscolare” (Bernard  Jankelson) e progettato appositamente per questa teoria.


Fig. 17

Articolatori 2^ classe
 3^ Sottoclasse
Articolatori a valori semi individuali (Fig. 18)
Caratteristiche:
Detti anche tridimensionali (semi regolabili)
> presentano tragitti condilari adattabili alle caratteristiche anatomiche del paziente;
> permettono di tenere conto dell'angolo dell'eminenza del paziente;
> Per il trasferimento dei modelli è necessario l'arco facciale cinematico,  vengono tuttavia utilizzati anche archi facciali arbitrari, cere articolari.



Fig. 18

Articolatori 2^ classe
4^ Sottoclasse
Articolatori specificatamente progettati per sola protesi mobile (Fig. 19)
Caratteristiche:
>Alcuni di questi sono stati fabbricati per poter costruire dispositivi medici su misura secondo specifiche teorie.

Fig. 19

Attenzione:
alcune di queste foto sono foto pubblicate sul  web; chiunque ritenga di avere diritto per opporsi all’uso lo comunichi, le foto saranno immediatamente rimosse.



Per commenti, contributi o critiche, scrivere a martinellimartinelli@live.com

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